dandy
‹dä′ndi› s. ingl. [prob. dalla forma vezzeggiativa del nome proprio Andrew, Andrea, o abbrev. di jack-a-dandy «elegantone, damerino»] (pl. dandies ‹dä′ndi∫›), usato in ital. al masch. (e pronunciato comunem. ‹dèndi›). – 1. Termine col quale, fin dal principio del sec. 19°, venivano indicati, a Londra, gli uomini eleganti il cui modello era G. B. Brummell (1778-1840), considerato arbitro dell’eleganza londinese, famoso per la raffinata sobrietà del vestire e la freddezza sprezzante dell’atteggiamento; la parola si è diffusa nell’uso com. col sign. di uomo elegante, alla moda, che attribuisce grande importanza al proprio aspetto, dando valore soprattutto allo stile, al buon gusto, alle belle maniere, e ostentando fastidio per i modi e i costumi borghesi, ma è stata anche usata con riferimento a un tipo di intellettuale e ai suoi atteggiamenti (v. dandismo). 2. Imbarcazione da diporto a vela di media grandezza, con scafo in legno, poco diversa dallo yawl, attrezzata con due alberi e bompresso.