danza
s. f. [dal fr. danse, deverbale di danser «danzare»]. – 1. a. In generale, da un punto di vista antropologico, insieme strutturato di movimenti ritmici del corpo con funzione mimica, simbolica, narrativa, ecc., solitamente associati alla musica, le cui caratteristiche variano con le epoche storiche, le aree geografiche, i contesti culturali, e i cui fini possono essere rituali, ludici, religiosi, celebrativi, ecc.; correntemente, nella società moderna e contemporanea, forma di espressione artistica (propriam., d. classica), sviluppatasi a partire dal sec. 15°, soprattutto nell’ambito delle corti, in cui i movimenti del corpo, ricondotti a modelli formalizzati (posizioni, pose, salti, ecc.), si succedono in combinazioni determinate di elementi figurativi e ritmici; nella d. moderna, sviluppatasi all’inizio del sec. 20°, i movimenti e le posizioni del corpo vengono combinati più liberamente che nella danza classica e sono talvolta associati a elementi teatrali o scenografici. Nel linguaggio corrente, è sinon. di ballo in locuz. come sala di danze, aprire le d., menare la d. (cioè guidare il ballo) e sim., e quando si vuole insistere sull’atto del ballare o si tratta di balli particolari: d. campestri; la d. del ventre; una d. macabra (per un sign. specifico di questa espressione, v. macabro). Bassa d., denominazione di varî tipi di danze di corte in ritmo binario, dall’andamento lento e a passi strisciati (cioè non saltati), diffuse in Europa dal sec. 15°. b. Musica che accompagna la danza (per es., la giga, la polka, il valzer), o musica genericamente ballabile: Dioneo preso un liuto e la Fiammetta una viuola, cominciarono soavemente una d. a sonare (Boccaccio). 2. In etologia, sequenza caratteristica di movimenti, in genere ritmici, che costituisce la risposta di un animale a un determinato stimolo e ha per lo più funzioni comunicative, come nel caso del corteggiamento in certe specie di uccelli o nello scambio di informazioni tra le api sulle fonti di un cibo. 3. fig. a. Moto incalzante, ondeggiamento, successione variata, e sim.: d. di immagini, di idee, di desiderî, ecc.; la d. delle ore, il loro avvicendarsi (e così s’intitola un celebre brano musicale dell’opera La Gioconda di A. Ponchielli). b. In medicina: d. delle arterie, segno clinico d’insufficienza delle valvole aortiche, rappresentato da un’abnorme vivacità delle arterie visibili (temporali, carotidi, pedidie, ecc.); d. ilàre, segno radioscopico caratteristico dell’arteriosclerosi dell’arteria polmonare, costituito da una esagerata pulsatilità dell’arco medio del profilo sinistro del cuore. ◆ Dim. danzétta.TAV.