dare. Finestra di approfondimento
Modi di dare - Il concetto di «far avere ad altri qualcosa» è espresso da d. e da numerosi sinon. con diverse sfumature: fornire, passare, porgere, rifornire. Fornire ha un uso ristretto e quasi sempre fig.: «mettere a disposizione, procurare», riferito per lo più a mezzi, pretesti e altro (ma anche in senso letterale, per lo più con la prep. di del secondo arg.: l’esercito fu fornito di viveri): non c’è miglior raccoglimento che star a guardare un’acqua corrente. Si sta fermi e l’acqua corrente fornisce lo svago che occorre perché non è uguale a sé stessa nel colore e nel disegno neppure per un attimo (I. Svevo). Rifornire (costruito sempre con la prep. di del secondo arg.) è limitato a risorse, cose necessarie e sim.: rifornito d’olio il lampadino, quegli si accostò pian piano al feretro (L. Pirandello). Porgere è invece un sinon. più ricercato di dare, che contiene anche un riferimento alla gentilezza del gesto: è usato sia per oggetti (mi porgi le chiavi della macchina, per favore?; una mano rude mi porge il bicchiere dell’acqua lustrale [G. D’Annunzio]), sia in talune espressioni più o meno cristallizzate ƒporgi l’altra guancia; porgere orecchio o ascolto; porgere aiuto; porgere la mano in segno di presentazione o di saluto; porgere il braccio a qualcuno perché vi si appoggi). Più fam., rispetto a d., è invece passare, adatto per lo più a oggetti che vengono avvicinati o dati in maniera non permanente (mi passi il sale, per favore?), ma anche in qualche espressione ƒpassare informazioni, notizie e sim.). Passare, nel gergo giovanile, significa anche «dare di nascosto il compito»: sono riuscito a finire la versione di latino solo perché mi hanno passato l’ultima frase.
Dare senza nulla in cambio o dare da una posizione di superiorità - Se si pone l’accento sul dare senza volere nulla in cambio, si dispone di tutta un’altra serie di verbi: concedere, dispensare, donare, elargire, offrire, prodigare, regalare. I termini meno marcati della serie sono donare e regalare, che implicano un dare per sempre. Offrire, che sottolinea spesso la cortesia di chi dà, è frequente in senso fig. in talune combinazioni fisse: offrire una possibilità, un’occasione, aiuto e sim.: che la mia inesperienza gli avesse offerto un’occasione di burlarsi saporitamente di me? (I. Nievo). Offrire è preferito a d. (perché meno diretto) quando si tratta di cibo: chiese un boccone; gli fu offerto un po’ di stracchino e del vin buono (A. Manzoni). Elargire indica un donare largamente, un fare grandi concessioni: elargire aiuti, favori e sim. è ancora più magnanimo (oppure può sottolineare una certa fastidiosa superiorità, da una posizione di superiorità) del semplice offrire: sempre guardando dalla parte opposta non sfugge il cenno di risposta che il vecchietto elargisce a bocca chiusa (A. Palazzeschi). Analogam., concedere e dispensare indicano un dare in modo largo ma, talora, anche con degnazione: se Dio vi concede figlioli, abbiate in mira d’allevarli per Lui (A. Manzoni); in quel punto Stefano, che era riuscito a svincolarsi dall’amico, corse urtando dame e impettiti uffiziali, voltandosi solo per dispensare “scusi” e “perdoni” (G. Verga). Il non com. prodigare, infine, indica un dare con tanta larghezza da risultare quasi eccessivo o addirittura sconsiderato: prodigava il danaro con la generosità di un principe (G. C. Chelli).
Per via dell’estrema genericità di d., il numero dei termini di cui può essere usato come sinon. è elevatissimo, secondo i contesti. Se si parla di stipendio, per es., d. è sostituto fam. di pagare, corrispondere: quanto ti danno al mese? Se si tratta di un compito, di un incarico e sim., sostituisce i più appropriati assegnare o attribuire: quanti compiti ti hanno dato per le vacanze? Se invece si tratta di un premio, si usa di frequente al posto di aggiudicare, assegnare, conferire: gli hanno dato un premio alla carriera. Per le punizioni, le pene e sim. sostituisce spesso i più specifici comminare, imporre, infliggere: per quello che hai fatto, possono darti dieci anni di carcere. E analogam. per tutta una serie di usi elencati sotto il lemma dare.
Espressioni - Numerosissime sono le espressioni costruite con d., sia seguito da prep. e da sost. o inf. (d. alla luce, d. alla testa, d. da pensare, ecc.), sia da avv. (d. addosso, d. contro, d. via, ecc.), sia da sost. (d. adito, d. aiuto, d. fuoco, ecc.). In questi ultimi casi, d. ha la funzione di verbo supporto (secondo la terminologia di taluni linguisti), vale a dire che il sign. di d., di per sé del tutto generico, è specificato soltanto dal sost. che lo segue. Queste costruzioni perifrastiche hanno tutte in effetti almeno un sinon. (di solito meno formale) costituito da un solo verbo: d. adito = destare, provocare, suscitare; d. aiuto = aiutare; d. ascolto = ascoltare; d. coraggio = incoraggiare; d. fuoco = accendere, incendiare; d. gas = accelerare; d. il cambio = rimpiazzare, sostituire; d. il latte = allattare; d. noia = disturbare, infastidire; d. vita = creare, organizzare, e così via.