darwinismo
〈-vi-〉 (o darvinismo) s. m. – 1. La teoria dell’evoluzione elaborata dal naturalista ingl. Charles R. Darwin 〈dàauin〉 (1809-1882), secondo la quale le specie più complesse e differenziate (incluso l’uomo) derivano da altre più semplici attraverso una serie lunghissima di modificazioni, trasmissibili ereditariamente, che si affermano grazie a un processo di selezione naturale; tale processo, conseguenza della cosiddetta «lotta per la vita», favorisce gli esseri viventi dotati dei caratteri più adatti a superare le difficoltà o le eventuali modificazioni dell’ambiente, eliminando gli altri; un analogo processo di «selezione sessuale» fa sì che l’accoppiamento avvenga preferenzialmente tra gli individui più adattati dei due sessi, assicurando nella procreazione la trasmissione dei caratteri così selezionati. La ripresa, negli anni ’30 e ’40 del Novecento, delle teorie di Darwin e la conciliazione di queste con gli sviluppi della genetica hanno dato luogo al neodarwinismo (v.) o teoria sintetica dell’evoluzione. 2. estens. D. sociale, nell’età del positivismo, l’estensione delle teorie darwiniane ai problemi sociali, che considera, in particolare, la posizione sociale degli uomini e il rapporto tra le classi come il risultato di una legge di natura, di una lotta per la sopravvivenza che premierebbe invariabilmente solo i più forti o più adatti.