de-emozionalizzato
p. pass. e agg. Privato della capacità di provare emozioni. ◆ il rimedio farmacologico al blocco della depressione è peggio del male, perché, mettendo a tacere il sintomo, vietando che lo si ascolti, induce il soggetto a superare se stesso, senza essere mai se stesso, ma solo una risposta agli altri, alle esigenze efficientistiche e afinalistiche della nostra società, con conseguente inaridimento della vita interiore, desertificazione della vita emozionale, omogeneizzazione alle norme di socializzazione richieste dalla nostra società a cui fanno più comodo - e non è scoperta di oggi - robot de-emozionalizzati e automi impersonali, che soggetti capaci di essere se stessi e di riflettere sulle contraddizioni, sulle ferite della vita, e sulla fatica di vivere. (Umberto Galimberti, Repubblica, 1° febbraio 2000, p. 36, Cultura).
Derivato dall’agg. emozionale con l’aggiunta simultanea del prefisso de- e del suffisso -izzato.
V. anche emozionalizzato.