decentramento
decentraménto (non com. dicentraménto) s. m. [der. di decentrare]. – 1. In antropogeografia, fenomeno consistente nello spostamento di abitanti, uffici, industrie, ecc., dal centro urbano a zone periferiche, al fine di evitare eccessive concentrazioni. 2. In diritto, d. amministrativo, l’attribuzione di potestà deliberative a istituzioni periferiche, che possono essere organi del potere centrale (d. gerarchico o burocratico), oppure enti pubblici territoriali: regioni, province e comuni (d. autarchico territoriale), o enti non territoriali (d. autarchico istituzionale). Più in generale, con riferimento a organizzazioni complesse di tipo amministrativo, politico, produttivo, ecc., il trasferimento di attribuzioni, funzioni, possibilità di prendere decisioni, in precedenza unificate e centralizzate, a istituzioni periferiche. 3. D. produttivo, strategia di politica industriale per cui uno o più settori di una grande impresa vengono distaccati dal resto della struttura produttiva per essere traslocati e sviluppati in altre zone del paese o all’estero. 4. Spostamento dal centro, in senso proprio. Nella tecnica fotografica, e in partic. nelle macchine fotografiche a banco ottico, d. ottico, lo spostamento verticale o orizzontale, rispetto alla lastra fotografica, dell’obiettivo (il cui asse rimane sempre perpendicolare al piano di quella), attuato allo scopo di modificare l’inquadratura dell’immagine senza spostare l’apparecchio e mantenendo invariata la prospettiva.