deflusso
s. m. [dal lat. tardo defluxus -us, der. di defluĕre «defluire»]. – 1. Il defluire di acque, di umori, di gas, ecc.; con riferimento al moto ondoso, il retrocedere dell’onda che, dopo essersi infranta sulla battigia della spiaggia, si ritira. In partic., in idrologia, lo scorrere e defluire delle acque fluviali nel loro letto visibile (d. alveale) o nei meati che intersecano le rocce al disotto del letto (d. subalveale); in senso quantitativo, il volume d’acqua che in un tempo determinato (anno, mese, giorno) passa attraverso una data sezione idrometrica d’un corso d’acqua. Coefficiente di d., il rapporto tra il deflusso fluviale di una data sezione e l’afflusso meteorico riferito al bacino sotteso alla stessa sezione nel medesimo tempo; scala di d., la relazione che intercorre tra le portate e le altezze idrometriche corrispondenti, in una sezione prestabilita. 2. estens. e fig. L’uscita di cose o persone da un luogo, quando avvenga in modo continuo così da dare l’impressione di una corrente che fluisca: d. di capitali, di moneta aurea dal paese; il d. del pubblico dal campo sportivo. Con traslato sim., si parla talora, nel linguaggio giornalistico, di d. di voti per indicare la perdita di voti (e quindi di elettori o comunque di votanti) da parte di una forza politica o sindacale.