delega
dèlega s. f. [der. di delegare]. – 1. Il delegare, e l’atto con cui si delega (con le accezioni che sono proprie di delegazione nel sign. 1). In partic., nel linguaggio polit. e amministr., il trasferimento da un organo superiore ad altro organo subordinato di determinate funzioni (funzioni delegate); figura particolare di delega è quella fatta dal parlamento al governo (con legge d.) per l’emanazione di decreti legislativi, che prendono il nome di legge delegata. 2. a. Termine usato nella pratica, in luogo di mandato e di procura, per indicare il conferimento di una rappresentanza e l’atto stesso (o, più concretamente, lo scritto) con cui vengono conferiti l’incarico e la capacità di agire in vece propria: dare delega, fare la d. ad altra persona, o ad altro organo; d. verbale, d. scritta, d. notarile; per riscuotere lo stipendio del coniuge, occorre la d. firmata dall’interessato; il capo divisione ha la d. di firmare le circolari dettate dal direttore generale. b. Con senso più astratto, istituto di rappresentanza politica mediante il quale i rappresentati conferiscono un mandato, cioè una serie di istruzioni, a un rappresentante che, in teoria, si dovrebbe scrupolosamente attenere ad esse (all’istituto della delega, e con riferimento a sue vere o presunte degenerazioni, è stato contrapposto quello dell’assemblea e della democrazia diretta).