demolire
v. tr. [dal lat. demolire o demoliri, comp. di de- e moliri «smuovere; costruire, erigere»] (io demolisco, tu demolisci, ecc.). – 1. Abbattere, buttare giù: d. un fabbricato, una costruzione, un muro di cinta, un carro ferroviario, ecc. 2. In usi fig. e iperb., annientare, distruggere, e sim.: d. un avversario (sia fisicamente, per es. nella lotta e nel pugilato, fiaccandone la resistenza e mettendolo in condizione di non poter più reagire e combattere, sia sul piano della discussione, del contraddittorio); analogam., d. una teoria, una tesi, una serie di argomentazioni, un castello di prove o di accuse, dimostrandone in modo incontrovertibile l’infondatezza; fam., deprimere moralmente, gettare in uno stato di grave abbattimento: tutte queste contrarietà mi hanno demolito; rovinare, guastare irreparabilmente: gli eccessi gli hanno demolito l’organismo. Anche, rovinare la posizione sociale, o togliere credito, annullare l’influenza di una persona, con critiche, rivelazioni e sim.: d. un uomo politico; d. un artista o la fama d’un artista.