denaro di plastica
loc. s.le m. Strumento utilizzato per l’acquisto di merci, perlopiù costituito da carte di credito o tessere magnetiche, che evita la circolazione di denaro contante. ◆ Il 65% degli elettori pensa che sotto un governo laburista le tasse aumentino comunque. Però ora che il «denaro di plastica» è diventato così impersonale sanno che spenderanno in ogni caso, che abbiano o no soldi. (Richard Newbury, Stampa, 18 aprile 2005, p. 11, Estero) • Chi si accinge a partire per le vacanze o è già sotto l’ombrellone spesso rinuncia ad utilizzare il «denaro di plastica», nel timore di amare sorprese. Il 90% delle transazioni in Italia sono infatti perfezionate con contante, contro il 69% del resto d’Europa. Eppure le banche si accollano in toto gli addebiti non riconosciuti dal titolare - se denunciati prontamente - a seguito di furti, clonazioni o smarrimenti delle carte. (Sole 24 Ore, 5 agosto 2007, p. 1, Prima pagina) • Gli italiani sono tra i più moderati utilizzatori del denaro di plastica. Ma in tempi in cui la liquidità può rivelarsi scarsa, la carta di credito è una forte tentazione soprattutto se consente pagamenti rateali («revolving»). (Silvia Sindaco, Corriere della sera, 10 marzo 2008, Corriere Economia, p. 22).
Composto dal s. m. denaro, dalla prep. di e dal s. f. plastica.
Già attestato nella Repubblica del 3 aprile 1987, Affari & Finanza, p. 14 (Vittorio Zucconi).
V. anche moneta di plastica, non-denaro.