dente
dènte s. m. [lat. dĕns dĕntis]. – 1. Ciascuno degli elementi che, presenti nella mascella di quasi tutti i vertebrati, costituiscono nel loro insieme un organo destinato alla masticazione degli alimenti, e in alcuni animali anche alla difesa; nei mammiferi, i denti constano di solito di una corona, che è la parte che sporge dalla gengiva, della radice, impiantata nell’alveolo dell’osso mascellare, e del colletto, che unisce le due parti; nell’interno il dente è cavo e contiene la polpa dentaria ricca di vasi e di nervi; la parte solida è costituita dalla dentina (o avorio), ricoperta, in corrispondenza della corona, dallo smalto e, in corrispondenza della radice e del colletto, dal cemento. Nell’uomo i denti della prima dentizione (comunem. detti denti di latte o lattaioli o primi d.) sono 20, tutti destinati a cadere; quelli permanenti sono 32, ugualmente distribuiti nelle due arcate, superiore e inferiore (a costituire rispettivam. i d. superiori o di sopra e i d. inferiori o di sotto), e così disposti simmetricamente in ciascuna emiarcata: 2 incisivi, 1 canino, 2 premolari, 3 molari (i terzi molari, che spuntano, nella maggioranza degli individui, fra il 18° e il 21° anno, sono familiarmente chiamati denti del giudizio, e in forma più dotta denti della saggezza, o anche della sapienza, calco dell’arabo ḍirs al-ḥilm). Locuzioni: d. sani, guasti, malati, cariati, finti, d’oro: aveva un d. d’oro proprio qui, così in centro che sembrava l’avesse messo in vetrina per venderlo (Alessandro Baricco); mettere, rimettere, perdere i d.; levare, cavare, strappare (e con terminologia più tecnica estrarre, estirpare) un d.; curare i d.; i d. nascono, spuntano, cadono; lavarsi, pulirsi i d. (con lo spazzolino da denti e il dentifricio); stuzzicarsi i d. (con lo stecchino da denti o stuzzicadenti); avere mal di denti, dolore di denti; battere i d. (per freddo, febbre, paura); allegare, digrignare, arrotare i d., far scricchiolare i denti. Usi fig.: mettere sotto i d., mangiare (in frasi come vorrei qualcosa da mettere sotto i d.; non c’era nulla da mettere sotto i d., e sim.); restare a d. asciutti, rimanere digiuno, restare deluso in qualche speranza; non è pane per i suoi d., non è boccone per i suoi d., di cosa che non si ha la capacità di fare, o non si merita di ottenere; essere armato sino ai d., armatissimo; mostrare i d., minacciare (si dice propr. del cane), mostrare energia, farsi temere; lasciarci, perderci i d., uscire male da un’impresa; parlare, mormorare, brontolare fra i d., a mezza voce, quasi fra sé; parlare fuori dei d., apertamente, con franchezza; regger l’anima (o il fiato) coi d., essere ridotto assai male in salute; tirato coi d., di ragionamento o sim., stiracchiato, portato per forza al significato voluto; avere il d. avvelenato contro qualcuno, portargli rancore e farlo capire con frasi astiose; il d. dell’invidia, della calunnia, della maldicenza, l’azione deleteria, disgregatrice; con figura di origine biblica: quando il d. longobardo morse La Santa Chiesa (Dante). Proverbî: la lingua batte dove il d. duole (v. battere, n. 5 b); occhio per occhio, dente per dente, sentenza di origine biblica (v. occhio, n. 6 c). Come locuz. avv., al dente, di pasta o riso che si serve a cottura non perfettamente ultimata. 2. Per estens., nome di elementi di varî oggetti che ricordano la forma dei denti o hanno con questi qualche analogia: i d. del pettine, ecc. In partic.: a. Elemento della dentatura di organi meccanici (ruote dentate, giunti, frese, ecc.), atto a resistere a forti sollecitazioni meccaniche. b. Denti di sega, gli elementi taglienti della sega, la quale è peraltro un utensile multiplo di cui i denti possono essere considerati gli utensili singoli; per analogia di forma, margini, orli a denti di sega, seghettati. L’espressione a denti (o a dente) di sega è anche usata in elettronica per indicare un particolare tipo di oscillazione elettrica di rilassamento, il cui diagramma ha una caratteristica forma seghettata (tensioni a denti di sega sono usate, per es., per la deflessione dell’asse dei tempi degli oscillografi a raggi catodici). c. Dente di scatto, parte costitutiva del sistema di percussione delle armi portatili: serve a trattenere indietro il percussore armato, che viene liberato solo agendo sul grilletto. d. In botanica, ciascuna delle piccole sporgenze, di forma più o meno triangolare, in cui può essere diviso un organo (foglie, petali, ecc.). e. Nello sport, ciascuna delle punte smussate del bracciale di legno impugnato dai giocatori nelle gare di pallone piccolo e di pallone toscano. f. La parte estrema del trampolino dalla quale lo sciatore spicca il salto. g. Nella terminologia alpinistica (non com.), punta rocciosa dai fianchi dirupati (celebre il Dente del Gigante nella catena del Monte Bianco). h. Tracciato delle opere addizionali di fortificazione, costituito da due facce formanti un angolo sporgente verso il nemico. i. Risalto terminale del bocchino della pipa. l. In arte: dente di lupo, motivo decorativo di forma triangolare. 3. a. Dente di cane, sorta di scalpello (v. calcagnolo). b. Denti di cavallo, specie di paste corte da minestra, bucate e leggermente ricurve; se un po’ più lunghe, si chiamano denti d’elefante. c. Dente di topo, nella terminologia dei fabbricanti di calze, il minuto merletto che termina l’orlo superiore delle calze fini da donna. 4. In denominazione di piante: a. Dente canino, altro nome della gramigna. b. Dente di cane, piccola erba bulbosa delle liliacee (Erythronium dens-canis), con due foglie largamente lanceolate e macchiate di rosso, e un fiore solitario, pendente, roseo, che cresce nei boschi montani dell’Europa merid. e si coltiva negli alpineti. c. Dente di leone, erba perenne delle composite liguliflore (Taraxacum officinale), detta anche tarassaco, soffione, piscialletto, pisciacane, caratterizzata da foglie tutte radicali, più o meno profondamente divise, capolini solitarî su lunghi scapi cavi, fiori gialli, achenî con lungo rostro sormontato da pappo bianco; le foglie giovani si usano per insalata, le radici come amaro e come diuretico. 5. In zoologia, dente di cane, nome comune dei balani, crostacei cirripedi dei balanidi: sono organismi sessili, protetti da un guscio calcareo formato di varî pezzi, che nell’insieme ha una forma che ricorda quella di un dente, a margini taglienti. ◆ Dim. dentino, dentèllo (v. dentello1); vezz. o spreg. dentùccio; accr. dentóne; pegg. dentàccio.