deportare
v. tr. [dal lat. deportare (comp. di de- e portare «portare»), attraverso il fr. déporter] (io depòrto, ecc.). – Condannare alla pena della deportazione; più com., trasportare, accompagnare il condannato nel luogo stabilito per la deportazione: molti ergastolani furono deportati nelle Piccole Antille; al tempo degli zar, i condannati politici venivano spesso deportati in Siberia. Per estens., trasportare nel luogo di pena, quando questo sia fuori dei confini della patria: Pellico fu deportato nella fortezza dello Spielberg; anche, trasferire coattivamente in campi di lavoro o di concentramento (talora anche di sterminio) lontani dalla madrepatria gruppi o masse di cittadini, perché invisi o sospetti, o come misura di carattere politico o militare, in periodo bellico o d’occupazione: durante la seconda guerra mondiale, ingenti masse di Ebrei sono state deportate nei Lager nazisti. ◆ Part. pass. deportato, anche come s. m. (f. -a), chi è condannato alla deportazione o ne sconta la pena: il convoglio dei deportati; una colonia di deportati; un deportato politico.