depressione
depressióne s. f. [dal lat. depressio -onis, der. di deprimĕre «deprimere», part. pass. depressus]. – 1. L’atto, il fatto di deprimere, di portare cioè a un livello più basso, e, fig., di umiliare, di avvilire e sim.; con questo senso attivo è raro: a perpetuale infamia e d. de li malvagi uomini (Dante). Più spesso, la condizione, lo stato di ciò che è depresso, in senso proprio e fig., con le accezioni specifiche che seguono. 2. a. In geografia, porzione più o meno vasta di superficie terrestre che si trova a un livello inferiore a quello del mare o a quello medio della regione circostante; in partic.: d. continentali, quelle che, a un livello inferiore a quello marino, si estendono all’interno dei continenti; d. vallive, i solchi delle valli rispetto al rilievo che esse incidono. b. In geografia astronomica, d. dell’orizzonte, la distanza angolare tra l’orizzonte razionale e l’orizzonte visibile. 3. In meteorologia, d. atmosferica o barometrica, zona di bassa pressione atmosferica. 4. In fisica e nella tecnica, pressione inferiore a quella atmosferica, che non arrivi però ai valori minimi (pochi cm di mercurio), in corrispondenza dei quali si incomincia a parlare di vuoto. 5. In economia, la fase discendente del ciclo economico (detta anche, con termine ingl., slump, mentre se non è molto accentuata prende il nome di recessione), che segue alla crisi ed è caratterizzata da ristagno negli affari, discesa dei prezzi, liquidazioni, fallimenti, disoccupazione; anche, la situazione di un paese o di una regione in cui il livello dell’attività economica appaia inferiore a quello di altri periodi o a quello di altri paesi o regioni nello stesso periodo. Grande d., locuz. con cui è stata indicata la grave contrazione dell’attività economica verificatasi in gran parte del mondo occidentale tra il 1929 e il 1932-33. 6. Con riferimento a persone, stato di abbattimento, di prostrazione fisica, e più spesso psichica: d. delle forze, d. di umore; essere in uno stato di d.; avere momenti di grave d., ecc. Con sign. più specifico, in psichiatria, modificazione del tono del sentimento in senso malinconico (tedio e pessimismo diffuso, distacco dagli abituali interessi, svalutazione delle proprie capacità psichiche e fisiche, ecc.), caratteristica di stati psicotici, psiconevrotici e nevrotici: d. endogena, instauratasi senza cause apprezzabili; d. reattiva, in rapporto con un avvenimento che ha provocato un trauma psichico.