deputato
agg. e s. m. [part. pass. di deputare]. – 1. agg. Designato a un incarico o a una funzione, con la prep. a: essere deputato a rappresentare il proprio governo; l’orecchio è l’organo d. all’udito. Con accezione specifica, luoghi d., nella scenografia teatrale dal medioevo in poi, costruzioni in legno e tela, simili a capanni aperti sul davanti, che nel dramma liturgico si alzavano sul palco, separate una dall’altra e decorate con elementi architettonici o paesistici, in modo da suggerire allo spettatore i varî luoghi in cui il fatto si svolgeva; erano detti anche mansioni; per estens., scenari in cui si svolgono azioni determinate, spec. narrative: i luoghi d. del romanzo storico. 2. s. m. (f. -a) Persona incaricata, con speciale mandato, di svolgere un compito particolare; membro di una deputazione: i d. del Terzo Stato; d. provinciali; i d. alla correzione del «Decameron». Nell’età comunale, ciascuno dei membri di varie magistrature, aventi funzioni diverse da città a città. 3. s. m. (f. -a; anche -éssa, non com.) In senso stretto, membro di uno dei due rami del Parlamento italiano, detto appunto Camera dei deputati. L’appellativo è ora esteso anche ai membri del Parlamento europeo (cioè dell’assemblea dell’Unione europea) e, nell’uso com., ai membri dei consigli regionali.