deregolatore
s. m. e agg. Chi o che tende a eliminare l’eccesso di regole. ◆ Henri Weber, senatore socialista francese: «Nella Germania della concertazione sindacale, nella Germania del Welfare solido e diffuso, nella Germania della cogestione delle imprese non si possono lanciare a gran voce crociate antistataliste e deregolatrici». (Foglio, 27 settembre 1999, p. 1, Prima pagina) • alla loro testa [Ignazio La Russa] marcia ad assediare il ministero di Pierluigi Bersani, ex presidente della regione più rossa d’Italia, oggi deregolatore e liberalizzatore della più bell’acqua, un mix imprevedibile di [Luigi] Einaudi e [Alexis de] Tocqueville. Sono tanti, sono arrabbiati i farmacisti, ma, nonostante gli sforzi, non ricordano la classe operaia in marcia di [Giuseppe] Pellizza da Volpedo, né i tassisti che una settimana fa protestavano a piazza Venezia, a Linate e alla Stazione Centrale di Milano. (Alberto Statera, Repubblica, 27 luglio 2006, p. 1, Prima pagina) • un appuntamento rituale con il quale le due Assemblee vengono chiamate a ratificare le deliberazioni già assunte dai vertici del Partito comunista si trasforma in una discussione neppure tanto sotto traccia fra i deregolatori neoliberisti e i cauti sostenitori del riformismo graduale. A smuovere le acque ci ha pensato Zhang Yin, una signora che quando aveva 22 anni puntò tutto sul riciclaggio della carta e passo dopo passo si è trovata fra le mani una miniera d’oro. (Fabio Cavalera, Corriere della sera, 5 marzo 2008, p. 18, Economia).
Derivato dal v. tr. deregolare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.
Già attestato nella Repubblica del 28 novembre 1986, Affari & Finanza, p. 8 (Carlo Clericetti).