derivato
s. m. [part. pass. di derivare1]. – 1. Prodotto ottenuto da un altro attraverso trasformazione chimica: i d. del petrolio. Nella nomenclatura chimica è frequente anche come secondo elemento di termini composti, dei quali il primo è normalmente un prefisso: per es., i cloroderivati del benzene, un etilderivato dell’anilina, gli ossiderivati dell’antracene, ecc., per indicare composti ottenuti dal benzene, dall’anilina, dall’antracene, ecc., mediante introduzione di uno o più atomi di cloro, di radicali etilici, di atomi di ossigeno; con lo stesso sign., si usa in alcuni casi il sostantivo determinato da un agg.: i derivati clorurati del benzene, un d. etilico dell’anilina. 2. In linguistica, vocabolo che trae origine da una forma preesistente: i d. di «casa», di «camminare»; «lacustre» è un d. del latino «lacus». Per i falsi d., come gioco enigmistico, v. falso1, n. 2 b. 3. In finanza, strumenti d., e più spesso derivati s. m. pl., contratti, come il future, lo swap o l’opzione, il cui valore dipende da quello di un parametro economico di riferimento.