destituire
destitüire v. tr. [dal lat. destituĕre (comp. di de- e statuĕre «collocare»), attraverso il fr. destituer] (io destitüisco, tu destitüisci, ecc.). – 1. Rimuovere da un impiego, da un ufficio, dal grado: d. un funzionario, un sindaco, un ufficiale; il capo della polizia fu destituito dal ministro. 2. letter. Privare: essere destituiti della naturale virtù (Leopardi). ◆ Part. pass. destitüito, anche come agg.; con accezione propria, privo, mancante, in frasi del linguaggio burocratico quali: accusa destituita di prove, notizia destituita di fondamento e simili; meno com., e di uso letter., con sign. più generico: opera destituita di qualsiasi valore; quella povera famiglia destituita di ogni umano soccorso (Foscolo); frasi destituite di senso (C. E. Gadda); e raro con la prep. da: ormai destituito da ogni velleità e ritegno (Pratolini).