dialettofobia
s. f. Avversione nei confronti dei dialetti. ◆ «È terminata l’epoca in cui il nostro dialetto era considerato la marca del degrado e il simbolo dell’impossibilità di progredire la scala sociale», spiega Giovanni Ruffino, preside della facoltà di Lettere e filosofia all’Università di Palermo. «Dopo una fase di “dialettofobia”, nata circa 25 anni fa con il fenomeno del pentitismo di [Tommaso] Buscetta e [Totuccio] Contorno, dalla quale sono nate una serie di pellicole caricaturali nei confronti della nostra cultura, da qualche anno si è registrata una nuova attenzione per il siciliano, che porta quasi a una “filodialettalità”, dovuta soprattutto a un rinnovato interesse degli insegnanti e delle generazioni più giovani». (Gianluca Caltanissetta, Repubblica, 3 agosto 2006, Palermo, p. I).
Composto dal s. m. dialetto con l’aggiunta del confisso -fobia.
Già attestato nel Corriere della sera del 4 settembre 1992, p. 9 (Paolo Di Stefano).