dicci
diccì s. m. e f. e agg. inv. Trascrizione della realizzazione fonetica della sigla Dc (Democrazia cristiana); chi o che fa parte della Democrazia cristiana. ◆ Rilancia [Marco] Verzaschi: «[Luca] Danese aveva i voti degli ex diccì, gente che non c’entra niente con noi. Forse voleva il partito per portarne la maggior parte nell’Udr». (Foglio, 18 gennaio 2001, p. 3) • Paolo Cirino Pomicino - ministro diccì del bilancio dal 1989 al 1992 - punta il dito contro il metodo seguito dal governo per il varo della manovra: (Resto del Carlino, 30 settembre 2002, p. 2, Primo piano) • Durante la campagna elettorale del 18 aprile 1948, che segnò l’apoteosi della diccì degasperiana e la più cocente disfatta del fronte popolare e dei suoi due carismatici leader, [Pietro] Nenni e [Palmiro] Togliatti, durante quella tenzone all’ultimo sangue, lo scudocrociato arruolò sotto le sue insegne penne come quella di [Giovanni] Guareschi, che coniò slogan elettorali memorabili. (Roberto Gervaso, Messaggero, 11 aprile 2005, p. 14, Economia).
Già attestato nella Repubblica del 9 giugno 1984, p. 5 (Giampaolo Pansa), nella variante grafica Dicì.