differentemente abile
loc. s.le m. e f. Chi, pur avendo difficoltà motorie o psichiche, può svolgere compiti che gli permettono di integrarsi socialmente. ◆ Come sempre una sfida nella sfida ed una precipua attenzione di SportPadania allo sport dei «differentemente abili», molto spesso autori di prestazioni tecniche, agonistiche, sportive di livello più alto di tanti «normodotati». (Padania, 30 dicembre 2004, p. 22, Sport Padano) • Dal 2001 il numero dei minori assistiti è salito del 120%, degli anziani del 37,13% e dei portatori di handicap del 56,8%. «Sono 1.800 - ha rivelato [Walter] Veltroni - i ragazzi differentemente abili assistiti a scuola e di questi 752 usufruiscono del trasporto scolastico. Ed è stato decisivo il lavoro della Sala operativa sociale che nel 2005 ha ricevuto 200 mila chiamate e ha effettuato 40 mila interventi». (Carlo Alberto Bucci, Repubblica, 29 gennaio 2006, Roma, p. IV) • La componente «Pionieri» accoglie i ragazzi dai 14 anni indirizzandoli verso attività sociali ad ampio raggio che vanno da campagne contro la droga e l’alcolismo, ad iniziative a favore dell’infanzia disagiata, degli anziani e dei differentemente abili oppure supporto in operazioni di protezione civile o in occasione di manifestazioni sportive e altro. (Stampa, 15 maggio 2008, Novara, p. 79).
Composto dall’avv. differentemente e dall’agg. abile.
Già attestato nella Stampa del 7 febbraio 1996, p. 16, Società e Cultura (Mirella Serri).