differenzialismo
s. m. Concezione basata sulla differenza di identità e caratteristiche che distinguono sessi, culture e civiltà. ◆ «Sono contro la discriminazione positiva, contro il “differenzialismo”. Io non credo che le donne siano più dolci, più generose, più pacifiche degli uomini. Penso che fra uomini e donne ci siano più somiglianze che differenze» [Elisabeth Badinter intervistata da Giampiero Martinotti]. (Repubblica, 5 aprile 2004, p. 27, Cultura) • È il peccato fatale di un multiculturalismo che inchioda gli individui nelle grandi famiglie religiose e che vede alleate sinistre e destre estreme, fautrici del cosiddetto differenzialismo (bisogna rispettare le culture diverse, purché non si mescolino con la nostra). (Barbara Spinelli, Stampa, 28 maggio 2006, p. 1, Prima pagina) • [Sylviane Agacinski] sostiene che la parità non si ottiene facendo entrare le donne in una categoria astratta di individuo, ma, al contrario, tenendo conto che il cittadino è sia uomo sia donna. In questo modo la Agacinski respinge come falsa l’opposizione tra universalismo e differenzialismo, e attribuisce alla differenza sessuale quel ruolo di differenza universale tanto criticato, invece, dalle sostenitrici del gender. Del resto, la filosofa sa bene che senza distinzione non è possibile elaborare alcun processo cognitivo. (Lucetta Scaraffia, Corriere della sera, 20 marzo 2007, p. 51).
Derivato dal s. m. differenziale con l’aggiunta del suffisso -ismo.
Già attestato nella Stampa del 18 gennaio 1993, p. 14, Società e Cultura (Gabriella Bosco).