dimostrativo
agg. [dal lat. demonstrativus]. – 1. a. Atto a dimostrare, che tende a dimostrare: discorso d.; fatti, ragionamenti dimostrativi. b. Attributo di uno dei tre generi dell’eloquenza quali erano studiati nelle antiche scuole, deliberativo, giudiziale, dimostrativo (o epidittico). c. Nel linguaggio milit., azione d., quella con cui si distrae l’attenzione del nemico fingendo di attaccarlo da un lato per attaccarlo risolutamente altrove. 2. In grammatica, aggettivo d., pronome d., l’aggettivo o il pronome con il quale il parlante accenna, quasi con gesto manuale, a un essere o a un oggetto, determinandone la collocazione spaziale o temporale. In italiano, come in altre lingue indoeuropee, generalmente il dimostrativo accenna alla vicinanza, temporale o spaziale, a chi parla (lat. hic, ital. questo) o a chi ascolta (iste, codesto), o la lontananza da ambedue (ille, quello), o anche la maggiore o minore vicinanza (questo contrapposto a quello); si considerano aggettivi dimostrativi in italiano anche stesso e medesimo, i quali sono aggiunti a sostantivi o a pronomi personali con valore rafforzativo o per porre in rilievo l’identità di una persona, di una cosa: verrò io stesso (lat. ipse); ripartii nel giorno medesimo, o nel giorno stesso (lat. idem) in cui ero arrivato. Funge da aggettivo dimostrativo anche tale (e il meno com. cotale) quando è sinon. di quello: in tale occasione, in tal modo, ecc. Hanno valore esclusivam. pronominale questi, quegli, costui, colui, che si riferiscono solamente a persone, e ciò («questa cosa, quella cosa»), mentre egli ed esso fungono comunem. da pronomi personali di terza persona. ◆ Avv. dimostrativaménte, con metodo, con procedimento dimostrativo: provare dimostrativamente; non com., facendo mostra o ostentazione di qualche cosa.