disciplina
s. f. [dal lat. disciplina, der. di discipŭlus «discepolo»]. – 1. a. letter. Educazione, ammaestramento, insegnamento: molte di queste operazioni s’adornano con la d. (B. Castiglione); Quando fanciullo io venni A pormi con le Muse in disciplina, L’una di quelle mi pigliò per mano (Leopardi); quindi direzione, guida: affidare i figli alla d. di un buon maestro; è cresciuto sotto la rigida d. di uno zio prete; anche fig.: la d. del dolore, delle disgrazie, della povertà. b. Materia d’insegnamento e di studio (spec. parlando di studî a livello universitario o comunque condotti con rigore scientifico): d. filosofiche, giuridiche, teologiche, storiche, ecc. c. Per estens., d. sportiva, ciascuno sport o ciascuna specialità di un dato sport; in partic., d. nordiche, le prove di fondo, gran fondo, salto, combinata e biatlon nelle gare di sci. 2. a. Complesso di norme che regolano la convivenza dei componenti di una comunità, di un istituto e sim., imponendo l’ordine, l’obbedienza, ecc.; e l’osservanza stessa di queste norme: d. severa, rigorosa, dura, ferrea, rilassata; mantenere, far rispettare la d.; imporre il rispetto della d.; osservare, rompere, violare la d.; assoggettarsi alla d.; essere insofferente di d.; è un insegnante che non sa tenere la d.; regolamento di d.; scolari senza d. (cfr. indisciplinato). In partic.: d. militare, quella che regola la vita militare richiamandosi soprattutto alla subordinazione, allo spirito di corpo, al sentimento dell’onore militare, ecc.; d. ecclesiastica, quella che regola l’azione dei fedeli per il conseguimento dei fini della Chiesa, e che riguarda inoltre il governo della Chiesa stessa, l’esercizio del culto, i diritti e i doveri delle persone ecclesiastiche; compagnia di d., reparto di un esercito presso il quale erano temporaneamente comandati, per punizione, i militari resisi colpevoli di gravi mancanze; commissione, consiglio, corte di d., denominazioni di organi ai quali nei varî ordinamenti è attribuito il potere di proporre o irrogare sanzioni disciplinari. b. Complesso di norme emanate per regolare determinati rapporti giuridici o d’altra natura: è una materia ancora senza d.; la d. dei patti agrarî, degli affitti. 3. a. Specie di flagello formato da un mazzo di funicelle intrecciate, usato per percuotersi le carni, nella pratica di mortificazione ascetica: darsi la d., battersi con il flagello (e in senso fig., sottoporsi a dura fatica). b. estens. Penitenza, castigo, o provvedimento punitivo: Quai barbare fuor mai, quai saracine, Cui bisognasse, per farle ir coperte, O spiritali o altre d.? (Dante).