discriminazione positiva
loc. s.le f. Disparità di trattamento in favore di chi appartiene a una minoranza, a una categoria debole. ◆ Sempre nella tabella, sono elencati i settori di appartenenza delle Fie [Foreign Invested Enterprise] considerate produttive, nonché i requisiti considerati necessari per richiedere lo status di impresa export-oriented oppure di impresa technologically-advanced. Per quanto, da alcuni anni a questa parte, l’eliminazione di tale «discriminazione positiva» delle Fie nei confronti delle società locali sia al centro del dibattito sui progetti di riforma fiscale in Cina, non è facile prevedere se, quando e come tale parificazione avrà luogo. (Sole 24 Ore, 22 giugno 2000, p. 59, Mondo & Mercati) • «Il 3% in più registrato rispetto ai lavoratori italiani impegnati in Italia nello stesso settore di attività economica non è invece senz’altro da spiegare con una discriminazione positiva per gli extracomunitari, quanto piuttosto con un fattore territoriale regionale legato al settore delle costruzioni che favorisce le retribuzioni in Lombardia rispetto al resto dell’Italia», sottolinea Michele La Rosa, responsabile centrale del progetto di ricerca «Cnr2000». (Anna Della Moretta, Giornale di Brescia, 29 ottobre 2003, p. 8, Cronaca) • Nelle ultime due settimane, la questione della razza in questa campagna ha assunto tratti particolarmente laceranti. Abbiamo sentito dire in sostanza che la mia candidatura è una sorta di esercizio di discriminazione positiva, che è basata unicamente sul desiderio di progressisti ingenui di comprare a buon mercato una riconciliazione razziale. (Barack Obama, trad. di Fabio Galimberti, Repubblica, 22 marzo 2008, p. 29, Cultura).
Composto dal s. f. discriminazione e dall’agg. positivo, ricalcando l’espressione ingl. positive discrimination.
Già attestato nella Repubblica del 28 dicembre 1984, p. 20, Cultura (Enrico Filippini).
V. anche positive discrimination.