disegnare
v. tr. [lat. desĭgnare, der. di signum «segno», col pref. de-] (io diségno, ecc.: v. segnare). – 1. Rappresentare con segni, con linee tracciate a matita, a penna, a carboncino, ecc., cose immaginate o esistenti in natura (v. disegno, n. 1): d. un fiore, un cavallo, un paesaggio; d. i contorni di una figura; d. un cerchio, un triangolo, ecc.; usato assol.: imparare a d.; saper d.; d. bene, male, con finezza, ecc. Per traslato poet., d. danze, tracciare figure di ballo con grazia e precisione di movenze: le carole che lenta disegna (Foscolo). 2. fig. a. Descrivere, rappresentare con la parola: mi disegnò brevemente come intendeva formare la nuova squadra. b. Concepire, tracciare nella mente le linee essenziali di un’opera: d. una grande impresa finanziaria; d. un libro, un dramma, un racconto. Per influenza dell’ingl. (to) design, il verbo è anche usato talvolta col sign. di «progettare» in senso tecnico, conservando tuttavia almeno in parte il suo valore fondamentale (v. design): d. un impianto industriale. c. non com. Proporsi: disegnava di fare l’aviatore da grande. 3. ant. Designare, nei varî sign. di questo verbo (indicare, eleggere, destinare, assegnare, ecc.): disegnatole il luogo dove sotterrato l’aveano, le disse ... (Boccaccio); Raffaello Girolami disegnato g0nfaloniere (B. Segni). ◆ Part. pass. disegnato, anche come agg.: un quadro, un paesaggio ben disegnato; in araldica, attributo di una figura rappresentata sul campo dello scudo con i soli contorni di smalto diverso.