disneyzzazione
(disneizzazione), s. f. Tendenza a una semplificazione popolare ricostruita ispirandosi a canoni di fantasia. ◆ Negli Stati Uniti, da anni, musei e residenze di valore storico sono stati contaminati dalla disneizzazione e perfino gli interni della casa di George Washington ricordano certe riproduzioni dei parchi di divertimento. (Maria Latella, Corriere della sera, 12 maggio 2001, p. 54) • Il sociologo Giampaolo Fabris non ha dubbi: […] «La disneyzzazione è un fenomeno che sta coinvolgendo un po’ tutti i posti, comprese le istituzioni più curiali, un filo rosso che unisce luoghi anche molto diversi tra loro. Il rischio maggiore, mi sembra, è quello di avvelenare la gente in nome della caffetteria supertrendy. Ma quando si parla di enterteinment, parliamo di un trend di livello mondiale...». (L. G., Repubblica, 15 aprile 2003, p. 28, Cronaca) • Secondo Bruno Zanardi, il principe dei restauratori italiani, questo è un modo di procedere scellerato. «L’inquinamento minaccia la sopravvivenza del pianeta non quella delle opere d’arte. Non è vero che causi dei danni irreparabili. Basterebbe una manutenzione adeguata. Decontestualizzare un monumento com’è successo con il Marco Aurelio sostituito da un gigantesco ricordino per turisti è un crimine. È un non intervento. Significa arrendersi, accettare il fatto che l’arte non può essere conservata. Così si accelera il processo di disneyzzazione del mondo». (Lea Mattarella, Stampa, 26 agosto 2006, p. 25, Società e Cultura).
Derivato dal nome proprio (Walt) Disney con l’aggiunta del suffisso -izzazione.
Già attestato nel Corriere della sera del 10 aprile 1992, p. 15 (André Glucksmann).