dissimilazione
dissimilazióne s. f. [der. di dissimilare2]. – 1. In linguistica, fenomeno di differenziazione tra suoni uguali o simili che si trovino vicini, ma non contigui, nella stessa parola, più raram. in due parole a contatto (d. sintattica); così le due r del lat. peregrinus sono state dissimilate in l-r nel lat. volg. pelegrinus, da cui l’ital. pellegrino; e a un fenomeno di dissimilazione è dovuta l’alterazione del lat. armarium nell’ital. armadio, e di venenum in veleno. Come per l’assimilazione (che è il fenomeno opposto), si distingue una d. progressiva e una d. regressiva, a seconda che il fonema dissimilato segua (come in armadio) oppure preceda l’altro che resta inalterato (come in veleno); si distingue inoltre una d. vocalica (come per es. l’ital. notare > nuotare dal lat. natare) e una d. consonantica (come nei casi precedenti). 2. In psicologia sociale, opposizione al processo di assimilazione da parte di alcuni componenti di un gruppo, che difendono i proprî modelli sociali o culturali.