divario digitale
loc. s.le m. La sperequazione determinata dalla possibilità e dalla capacità di accedere alle nuove tecnologie, con particolare riferimento a quelle informatiche e telematiche. ◆ Ha aggiunto Gerald Levin, il presidente della Time Warner, che sarà l’amministratore delegato della nuova società: «Colmeremo il cosiddetto divario digitale tra chi sa e non sa di computer, il compagno dei nostri figli». (Ennio Caretto, Corriere della sera, 11 gennaio 2000, p. 5, In primo piano) • «Ci si rende sempre più conto che l’infrastruttura, dal satellite alla banda larga, da sola non serve quasi a nulla. E che il vero “divario digitale”, col tempo, sarà legato alla capacità di gestire la propria identità in queste città più che alla diffusione delle infrastrutture» [André Jean-Marc Loechel riportato da Daniele Zappalà]. (Avvenire, 30 novembre 2005, p. 17, Dossier) • Le banche completamente digitali permettono qualsiasi attività, e così i gruppi UniCredit e IntesaSanpaolo che permettono di richiedere l’apertura di un conto direttamente dal sito, ma la digitalizzazione delle banche è ancora in corso e ogni giorno nuovi istituti di credito aggiornano i loro rapporti con la clientela attivando servizi online. Lo studio di Nielsen [Online] mette in luce il divario digitale con 3 milioni di clienti attivi al Nord e 2,3 al CentroSud. (Ernesto Assante, Repubblica, 9 giugno 2008, Affari & Finanza, p. 32).
Composto dal s. m. divario e dall’agg. digitale, ricalcando le espressioni ingl. digital divide e digital gap.