divergere
divèrgere v. intr. [dal lat. mod. (Keplero, 1611) divergere, foggiato in contrapp. a convergere; cfr. il lat. tardo devergĕre «tendere in basso»] (io divèrgo, tu divèrgi, ecc.; non usato al pass. rem. e al part. pass.). – 1. a. Muovere in direzioni diverse, detto soprattutto di semirette, raggi, vie, ecc. che partendo da uno stesso punto si vanno via via allontanando l’uno dall’altro: un bivio da cui divergono due strade; a un certo punto il ruscello che costeggia la strada diverge a sinistra. b. fig. Essere in contrasto, essere nettamente diverso: su questo punto le nostre opinioni divergono; i nostri propositi, i nostri scopi divergevano dai suoi. Non com., scostarsi dall’argomento principale del discorso o sim. 2. In matematica, tendere all’infinito, detto, per es., di una variabile (continua o discreta). ◆ Part. pres. divergènte, anche come agg. e s. m. (v. la voce).