divisivo
agg. Che crea divisioni o contrapposizioni, impedendo di preservare o di raggiungere un'unità di punti di vista e di intenti. ◆ Prima venne Giorgio Napolitano che, nel dicembre scorso, definì il dibattito politico «molto aspro e divisivo». L'aggettivo è poi dilagato in questi giorni. Una scelta «divisiva» quella di Stefano Rodotà. Una scelta «altamente divisiva», quella di Romano Prodi. Detto e ripetuto da Giorgia Meloni, Gasparri, Brunetta, Sacconi, Monti, Annunziata, Mentana? «Divisivo» vs «condiviso». «Io divisivo? - ha sorriso Prodi - Chiedete a mia moglie». (Paolo Di Stefano, Corriere della sera,20 aprile 2013, p. 6, La parola) • Il giornalista [Marco Travaglio, ndr], attraverso questa ironica metafora, dà una definizione di “divisivi” e di “condivisi”. “Chi non condivide è un terrorista o un sabotatore della pacificazione” – spiega – “chi è condiviso piace a Berlusconi. Enrico Letta, ad esempio, non è divisivo perchè è impossibile dividerlo dallo zio Gianni. Tutto deve piacere a Berlusconi, altrimenti è divisivo”. E cita esempi di “divisivi”, come Prodi, Rodotà e le figlie di Enzo Tortora, alle quali Berlusconi ha ribattuto: “Fareste meglio a tacere”. (Fatto Quotidiano.it, 16 maggio 2013, TV).
Calco semantico sull'ingl. divisive 'che divide; controverso, dibattuto'.