dizionario
dizionàrio s. m. [dal lat. mediev. dictionarium, der. di dictio -onis «dizione»]. – 1. Raccolta delle parole di una determinata lingua, con esclusione (o con indicazione soltanto sommaria, relativamente ai casi anomali) delle variazioni puramente flessionali, disposta secondo criterî prefissati e accompagnata generalmente dalla definizione del significato delle parole stesse. La lingua può essere quella d’una intera tradizione letteraria (d. della lingua italiana, francese, ecc.) o di una parte di essa (d. della lingua italiana del Duecento; d. dei neologismi, dei barbarismi), di un autore (d. ciceroniano, dantesco) o di un dialetto. La definizione del significato può aver luogo nella lingua stessa di cui il dizionario raccoglie le parole, o mediante traduzione in un’altra lingua: nel secondo caso si hanno d. bilingui (latino-italiano, inglese-tedesco, ecc.), a volte trilingui, o di più lingue (come il Calepinus septem linguarum). Si ha un d. storico, quando di ogni parola vien fatta la storia in senso diacronico, accompagnandola nei suoi significati e nei suoi usi attraverso i tempi (un modello del genere è l’Oxford English Dictionary o, per la parte finora pubblicata, il Thesaurus linguae latinae). I dizionarî possono contenere anche l’etimologia delle parole; si dicono etimologici quelli dedicati esclusivamente all’indicazione dell’etimologia; altri raccolgono sinonimi (come il D. dei sinonimi del Tommaseo). Il criterio normalmente seguito nella registrazione dei vocaboli è quello alfabetico, ma esistono anche d. metodici (o sistematici, o ideologici), in cui le parole sono raggruppate metodicamente in famiglie o gruppi secondo la maggiore o minore affinità delle nozioni che esse esprimono. Si chiama d. inverso quello che raccoglie le parole ordinate alfabeticamente cominciando dall’ultima loro lettera (v. anche inverso1). Dizionarî d’interesse più circoscritto raccolgono e spiegano i termini proprî di particolari discipline o attività (d. di marina, di architettura; d. filosofico, giuridico; d. di arti e mestieri, ecc.). Si avvicinano all’enciclopedia i dizionarî che raccolgono in ordine alfabetico nomi e nozioni di letteratura, arti, scienze (d. geografico; d. biografico; d. delle arti; d. delle idee; e, con interesse più universale, d. enciclopedico, che può includere anche il lessico d’una lingua). Tranne che in quest’ultimo caso, il termine dizionario si alterna con quello di vocabolario, da cui però si distingue in quanto quest’ultimo può anche significare il lessico, cioè l’insieme delle parole di una lingua, indipendentemente dalla loro registrazione, mentre dizionario è usato solo per indicare l’opera che raccoglie il lessico stesso. 2. a. In teoria dell’informazione, tabella di corrispondenza o repertorio di un codice, cioè l’insieme dei simboli o gruppi di simboli (parole) impiegati per codificare i simboli di un sistema assegnato; talvolta è anche sinon. di codice: in questo però sono generalmente implicite le regole della codifica e non solo le parole. b. In informatica, tabella di corrispondenza usata per specificare gli operandi (programmi, sequenze di dati alfanumerici, ecc.) contenuti in un archivio e la loro struttura (casuale o sequenziale). c. Nella elaborazione elettronica di testi linguistici, si usa chiamare d. di macchina un programma, variamente concepito e realizzato, che consente al calcolatore di fare una analisi complessa delle unità lessicali costitutive del testo registrato nella sua memoria, e di riferire poi ogni singola forma flessionale a quella che è stata assunta come forma di base o lemma (riportando, per es., le varie forme della coniugazione di un verbo alla forma dell’infinito), operazione convenzionalmente detta «lemmatizzazione automatica». ◆ Accr. dizionarióne; dim. dizionariétto; spreg. dizionariàccio e dizionariùccio.