doglio
dòglio (letter. dòlio nel sign. 1) s. m. [lat. dōlium]. – 1. Grande vaso a forma tondeggiante nel quale i Romani conservavano liquidi (olî, vino, ecc.) e aridi (grano, legumi); in età arcaica, vasi di un tipo analogo avevano la funzione di contenere un’urna cineraria, costituendo le cosiddette tombe a doglio (altrimenti chiamate, con termine greco, a pithos). Nel linguaggio letter., con senso più generico, vaso, recipiente: il vino Color di fiamma nel ben chiuso d. (Pascoli); anche fig.: me non asperse Del soave licor del d. avaro Giove (Leopardi, nell’Ultimo canto di Saffo, con allusione al vaso pieno di felicità, di cui, secondo Omero, Giove è parco dispensatore, mentre è prodigo dell’altro doglio, quello del dolore). 2. Nome dei molluschi gasteropodi marini del genere Dolium (v. dolidi), alcuni diffusi nel Mediterraneo anche lungo le nostre coste.