dolore
dolóre s. m. [lat. dolor -ōris, der. di dolere «sentir dolore»]. – 1. Qualunque sensazione soggettiva di sofferenza provocata da un male fisico: dolor di testa, di denti; avere un d. in un fianco, in una spalla; essere pieno di dolori; d. reumatici, artritici, articolari; avere dolori di corpo (cioè dolori addominali, connessi in genere con contrazioni spastiche intestinali); i d. del parto; d. acuto, insopportabile, spasmodico, lancinante; sentire, provare d.; arrecare, dare, provocare d.; calmare, mitigare, sopire il d.; letto di dolore, il letto a cui si è costretti da lunga e grave malattia. D. da fame, il dolore dell’ulcera duodenale che si manifesta a digiuno e cessa con l’ingestione di cibo. 2. Patimento dell’animo, strazio, sofferenza morale: grande, profondo, acerbo d.; essere oppresso dal d.; chiudersi nel proprio d.; non ha avuto che dolori dalla vita; potevi risparmiarmi questo d.; nessun maggior dolore Che ricordarsi del tempo felice Ne la miseria (Dante); iperb., morire dal d. (a cui si contrappone il detto: di d. non si muore). I sette d., quelli di Maria Vergine, detta perciò in uno dei suoi attributi la Madonna dei sette d.; pare la Madonna dei sette d., di donna che ha sempre il volto afflitto. Nella partic. accezione di pentimento, contrizione: atto di d., l’orazione che si recita nel sacramento della penitenza dopo la confessione dei peccati. Con valore astratto: la gioia e il d.; la vita umana, per modo di dire, è composta e intessuta, parte di dolore, parte di noia (Leopardi). 3. In funzione di predicato, persona o cosa che reca dolore, che è causa di afflizioni, di sofferenze: quel figlio è stato sempre un gran d. per la sua povera mamma. ◆ Dim. dolorino, dolorétto, dolorùccio; pegg. doloràccio (tutti per lo più riferiti a dolore fisico).