dopo-scandalo
(dopo-scandali, dopo scandalo), s. m. Periodo successivo a uno scandalo; con particolare riferimento a quello che ha determinato le dimissioni di Jacques Santer e dell’intera Commissione dell’Unione Europea da lui presieduta. ◆ Per [Romano] Prodi si apre adesso una sfida tremenda: dovrà saper essere il presidente del dopo-scandali, delle grande riforme, dell’unione politica, della lotta alla disoccupazione. (Federico Rampini, Repubblica, 25 marzo 1999, p. 10, Europa) • Il tono della serata del dopo-scandalo sarà «alto», avrebbe annunciato Carlo Freccero ai suoi più stretti collaboratori. Difficile capire se [Daniele] Luttazzi deciderà di girare pagina ed evitare ulteriori polemiche autoreferenziali sulla Rai (Paolo Conti, Corriere della sera, 13 febbraio 2001, p. 17) • Secondo quanto raccontava l’assistente di Matematica, in facoltà già si stavano attrezzando al dopo scandalo. In una conversazione del 14 febbraio, ascoltata dai Carabinieri, «rivela - sostengono gli investigatori - di essere depositario di pregnanti elementi in ordine agli accordi illeciti tra docenti e addetti alle aule per l’imposizione in danno di studenti, ipotizzando addirittura un nuovo concorso per sostituire il personale che verrà arrestato a seguito dell’inchiesta». (Giuliano Foschini e Lorenza Pleuteri, Repubblica, 10 aprile 2008, Bari, p. II).
Derivato dal s. m. scandalo con l’aggiunta della prep. dopo, usata con funzione di prefisso.
Già attestato nella Repubblica del 27 gennaio 1988, p. 37, Sport (Vittorio Zambardino), nella variante grafica dopo scandalo.