doppione
doppióne s. m. [der. di doppio]. – 1. Cosa in tutto uguale a un’altra (per es., una seconda copia di un libro, presso una biblioteca, o di un francobollo, di una figurina, di altro oggetto di raccolta, posseduto dallo stesso collezionista). In partic.: nel gioco del dòmino, ciascuno dei pezzi che hanno lo stesso numero nelle due parti; in tipografia, parola ripetuta due volte per errore del tipografo; in un tessuto, irregolarità nel punto in cui il filo si è raddoppiato; in bachicoltura, il bozzolo del baco da seta contenente due o più crisalidi. 2. In numismatica, antica moneta d’oro del valore di due doppie; anche, nome del doppio ducato e, in seguito, dei pezzi da due e mezzo, quattro e cinque doppie. 3. In linguistica, sinon. di allotropo. Talora, si dà il nome di doppioni anche a coppie di parole che, pur differendo per qualche particolarità di pronunzia (per es. domandare e dimandare) o di formazione (come incivilire e civilizzare, raccendere e riaccendere), non differiscono fondamentalmente nel significato. D. sintattici, parole in cui la varietà della forma è determinata dalla posizione ch’esse occupano nella frase (per es. «un bel libro, un libro bello»; «una gran differenza, una differenza grande»). 4. Nel linguaggio teatrale (anche doppio s. m.), due parti distinte assegnate a un solo attore nella rappresentazione di un’opera drammatica. 5. Nell’industria della estrazione dello zolfo, forno a doppioni, tipo di forno costituito da un focolare che riscalda due serie di storte contenenti il materiale da elaborare.