dulcamara
s. f. [comp. del lat. dulcis «dolce» e amarus «amaro», per il sapore prima amaro poi dolce del glicoside (dulcamarina) in essa contenuto]. – In botanica, suffrutice sarmentoso delle solanacee (Solanum dulcamara), che cresce spontaneo in Europa, Asia e Africa boreale, ed è frequente in Italia lungo le siepi, nei boschi, sulle rive dei corsi d’acqua: ha foglie intere o con due lobi alla base, fiori violacei in cime laterali, frutti a bacca, piccoli, ovoidali, rossi; i rami di due-tre anni (stipiti di d.) si usano in medicina sotto forma di polvere, di estratto, di infuso, di sciroppo, per le proprietà diaforetiche, diuretiche e depurative del sangue. ◆ Per allusione alle virtù curative della pianta, il nome del dottor Dulcamara che nell’opera buffa «Elisir d’amore» di G. Donizetti vende e vanta nelle piazze il portentoso elisir; da cui, per antonomasia, un Dulcamara, un dottor Dulcamara, un ciarlatano.