dylaniano
s. m. e agg. Ammiratore appassionato del cantante e compositore statunitense Bob Dylan, nome d’arte di Robert Allen Zimmerman; di Bob Dylan. ◆ Fiocco celeste in casa «Manifesto». Il 13 giugno parte il supplemento culturale «Alias». Lo curerà Roberto Silvestri. Sarà a colori, 24 pagine e verrà venduto assieme al quotidiano-padre ogni sabato a 3 mila lire. Si occuperà di tempo libero, cinema, musica, libri e tutto ciò che è consumo culturale. Perché il nome Alias? Si chiamava così Bob Dylan nel cult movie «Pat Garrett e Billy the Kid» e il direttore Riccardo Barenghi, dylaniano di ferro, l’ha scelto anche per questo. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 8 giugno 1998, p. 15, Cronache) • Canta, poi, con dizione precisa e con voce roca, ruvida come di raucedine; ma addirittura si riesce a capire quel che dice in una splendida serata di neanche due ore, con 17 brani che partono in tirato rock’n’roll su «To Be Alone With You» e scivolano felici sotto l’onda di un manifesto divertimento generale, senza quella sorta di gioco a mosca cieca che spesso ha travagliato i live dylaniani: (Marinella Venegoni, Stampa, 1° novembre 2003, p. 26, Spettacoli) • È il [Francesco] De Gregori più «italiano» degli ultimi anni, fuori da ogni vezzo dylaniano, per nulla politico, casomai romantico, anche se ovviamente a modo suo. (Gino Castaldo, Repubblica, 16 febbraio 2006, p. 52, Spettacoli & Tv).
Derivato dal nome proprio (Bob) Dylan con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Repubblica del 27 maggio 1984, p. 17, Spettacoli (Ernesto Assante).