echiano
s. m. e agg. Seguace di teorie e modelli elaborati dallo scrittore e saggista Umberto Eco; di Umberto Eco. ◆ Anche i ginecologi si innamorano. Così disse Umberto Eco nel corso di una conferenza sulla nozione di stile tenuta qualche anno fa in un convegno di semiologi, ribadendo che la critica del testo letterario non distrugge il piacere della lettura bensì, spiegandone le ragioni, in qualche modo lo corrobora e lo rilancia. […] Ritroviamo il testo di quella conferenza nella recente raccolta di scritti echiani «Sulla letteratura», dove però la battuta in questione è sparita: la metafora sessuale era forse troppo esplicita; andava bene nel momento dell’esposizione orale, ma avrebbe stonato nella versione scritta affidata ai posteri. (Gianfranco Marrone, Stampa, 2 marzo 2002, Tuttolibri, p. 5) • Alla coscienza di sé Yambo ritorna (e qui non si può non ammirare il paradosso dell’intelligenza narrativa echiana), quando ricade nel coma (cioè nell’incoscienza, stricto sensu), probabilmente per l’emozione d’aver scoperto fra i libri del nonno un preziosissimo in-folio shakespeariano del 1623. Altro paradosso echiano: Yambo lo aveva cercato tutta la vita, (Alberto Asor Rosa, Repubblica, 10 giugno 2004, p. 45, Cultura) • Ha fatto bene Eco a sdoganare il fumetto? «Benissimo, meno bene gli echiani che hanno ripetuto a memoria le sue formulette» [Giulio Giorello intervistato da Maurizio Giannattasio]. (Corriere della sera, 8 maggio 2006, p. 23, Cultura).
Derivato dal nome proprio (Umberto) Eco con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Repubblica del 4 ottobre 1984, p. 21, Radio e Televisione (Irene Bignardi).