ecofemminismo
(eco-femminismo) s. m. Corrente del femminismo che si ripropone di coniugare la difesa dei valori e dei diritti delle donne e la salvaguardia dei territori, della comunità, della biosfera, della salute. ♦ Tra le indicazioni offerte, la biografia della biologa Barbara McClintock, di Evelyn Fox Keller, che apre molti interrogativi, senza dare facili risposte, "sul terreno aperto del dibattito dell'ecofemminismo". (Roberta Sibona, Corriere della sera, 21 dicembre 1987, Sette giorni/Roma, p. 25) • Viene analizzato sia il pensiero di alcuni "punti di riferimento" dell'ecologismo contemporaneo, da Edgar Morin a Konrad Lorenz, da Georgescu Roegen a Jeremy Rifkin, sia la contaminazione del verde su altre culture (l'ecocristianesimo, l'ecofemminismo, l'ecomarxismo). (Avanti!, 31 maggio 1991, In primo piano, p. 13) • All'interno di questa critica globale si colloca anche l'attenzione prestata a un riequilibrio delle relazioni tra Nord e Sud del mondo; ovvero l'introduzione di una dimensione femminista all'interno del discorso ecologista, seppure con un forte dibattito interno tra versioni 'sociali' e 'culturali' dell'ecofemminismo. (Mario Diani, Ambientalismo, in Enciclopedia delle Scienze Sociali - I Supplemento, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2001) • L’ecofemminismo è una proposta politica anti-razzista, anti-sessista e anti-elitaria orientata al cambiamento delle attuali relazioni di dominazione, verso la creazione di una società più equa e inclusiva e attenta alla cura della nostra casa comune. Perlomeno a livello di proposte, esistono alcune indicazioni importanti nel progetto di Amlo, come il sostegno all’agricoltura, in maniera che le persone non siano costrette a emigrare a causa della disoccupazione e della povertà; la difesa dell’acqua; la protezione dei difensori della terra, molti dei quali sono stati assassinati in questi anni; la presenza di un buon numero di donne nella sua squadra di governo. (Marilú Rojas Salazar intervistata da Claudia Fanti, Manifesto.it, 12 luglio 2018, L'ultima) • Perché sempre più persone pensano che non sia più sufficiente continuare a parlare di femminismo e di ecologia, ma è importante investire sul concetto di eco-femminismo? Secondo Laura Cima, principale esponente dell’ecofemminismo italiano – già deputata, Presidente del primo Gruppo Parlamentare Verde a maggioranza femminile, con un direttivo di sole donne, e autrice di L’ecofemminismo in Italia. Le radici di una rivoluzione necessaria, con Franca Marcomim – il punto è che abbattere le dinamiche oppressive che generano consapevolmente o meno il gender (anche pay) gap non basta. Dobbiamo tutti insieme, uomini e donne, ripensare il sistema nella sua complessità, partendo dallo sfruttamento del pianeta. (Cristina Da Rold, Sole 24 Ore.com, 8 marzo 2020, Info Data) • Essendo fortemente interessata sia al femminismo che all’ecologia sono partita da una serie di domande. Innanzitutto: è possibile coniugare questione femminile e questione ambientale? E, in caso di risposta affermativa, quali prospettive potrebbe aprirci? Cosa può significare guardare ai temi ambientali con ‘occhi di donna’? Per cercare di rispondere ho trovato alcuni spunti di riflessione in un testo ormai ‘classico’ dell’ecofemminismo, La morte della natura. Donne, ecologia, rivoluzione scientifica (1980) di Carolyn Merchant. Donne e natura - è la sua tesi - sono unite da un'associazione millenaria. Nella visione del mondo premoderno era centrale l'immagine della natura come madre nutrice che provvedeva ai bisogni dell’umanità, ma accanto a tale immagine - compresente e antagonista - era diffusa anche quella della natura come femmina selvaggia, apportatrice di violenza e turbamento. (Luisella Battaglia, intervistata da Tiziana Bartolini, Noidonne.org., 27 aprile 2020, Bioetica).
Composto dal confisso eco- aggiunto al s. m. femminismo.