editore
editóre s. m. (f. -trice) [dal lat. edĭtor -oris «chi dà fuori, chi pubblica, chi organizza», der. di edĕre; v. edito]. – 1. Chi fa stampare (o, prima dell’invenzione della stampa, chi faceva trascrivere) e pubblicare, del tutto o in parte a proprie spese, opere altrui, libri, musica, riviste, ecc., curandone la distribuzione e riservandosi, in genere, i diritti di esclusiva (v. copyright): l’e. di un vocabolario, di una collana di classici; Società italiana degli autori ed editori (in sigla: SIAE). Con riguardo alla pubblicazione di giornali e periodici, l’imprenditore, o l’impresa, la società (e in taluni casi anche un ente, un partito politico, un’associazione sindacale) che ha la proprietà o il controllo di una testata o che, anche non avendone la proprietà, ne ha comunque la gestione ed esercita l’attività editoriale relativa alla loro pubblicazione e distribuzione. Come agg.: libraio e.; tipografo e.; e più spesso al femm., nelle espressioni casa editrice, società editrice, libreria editrice, e più genericam. impresa editrice (di libri, di quotidiani e periodici), ecc., anche sostantivato: Editrice universitaria. 2. Studioso che cura la stampa di un’opera altrui inedita o la ristampa di un’opera già edita, spesso corredandola di prefazione e note critiche, e talora curandone la vera e propria «edizione critica»: la nota illustra alcune congetture, proposte dai precedenti editori.