educare
v. tr. [dal lat. educare, intens. di educĕre «trarre fuori, allevare», comp. di e-1 e ducĕre «trarre, condurre»] (io èduco, tu èduchi, ecc.; ant. o poet. edùco, ecc.). – 1. In generale, promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona, spec. di giovane età: e. i figli; e. la gioventù; e. bene, male; e. con precetti, con l’esempio; e. il popolo. Con determinazioni più precise: e. al bene, alla virtù, al vivere civile, all’amor di patria; e. i giovani allo studio, alla modestia, alla moderatezza; e. i figli nel timor di Dio. 2. a. Sviluppare e affinare le attitudini e la sensibilità (in modo assoluto o dirigendole verso un fine determinato): e. il cuore, la mente, gli affetti, la volontà, l’ingegno, la fantasia, l’immaginazione, il gusto, i sensi; e. all’arte, al culto della verità o della libertà; e. l’orecchio a distinguere i suoni, a sentire la musica; e. l’occhio a discernere i colori, a intendere la pittura. Con questo sign. è usato anche il rifl. educarsi, affinarsi, sviluppare le proprie facoltà morali e spirituali, il proprio senso e gusto estetico. b. Più genericam., esercitare, avvezzare: e. il corpo alle fatiche, il braccio al lavoro, i buoi al giogo. 3. poet. Allevare, far crescere: estrano Il suol nativo, e di sua prole ignaro Le meste anime edùca (Leopardi); Le fontane versando acque lustrali Amaranti educavano e vï0le (Foscolo). ◆ Part. pass. educato, anche come agg. (v. la voce).