effimero
effìmero (o efìmero) agg. [dal lat. tardo ephemĕrus, gr. ἐϕήμερος, comp. di ἐπί «sopra» e ἡμέρα «giorno»]. – 1. a. Che dura un solo giorno: febbre e. (o effimera s. f.), locuz. usata spec. in passato per indicare un accesso febbrile di breve durata (12-48 ore), insorgente per causa non precisata. b. Per estens., che ha breve durata: fama, gloria, grandezza e.; illusioni, speranze e.; neologismi e.; le ricchezze materiali sono effimere. 2. Con uso sostantivato, l’effimero, ciò che è o si considera di breve durata, transitorio, perituro: il gusto dell’e.; l’illusione dell’effimero. Con accezione partic., e con riferimento alla tradizione delle feste rinascimentali e barocche, nelle quali ci si serviva di apparati e. (effetti luminosi, fuochi d’artificio, costruzione di archi onorarî o facciate posticce e sim.), il termine è stato ripreso tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 per indicare un insieme di manifestazioni culturali o ricreative, di carattere spettacolare e di breve durata, promosse, nell’ambito di una politica di valorizzazione dei centri storici, dagli assessorati alla cultura di alcune grandi città italiane, accanto e in antagonismo ad attività istituzionali e permanenti. 3. In zoologia, di insetti che nello stadio adulto vivono poche ore. In botanica, di fiore che resta aperto poche ore e poi appassisce; anche di pianta (per es. la calderugia e molte piccole erbe delle regioni subdesertiche) che compie il suo intero ciclo vitale, dalla germinazione alla riproduzione, entro due o tre mesi.