egiziano
agg. e s. m. (f. -a) [tratto da egizio]. – 1. Dell’Egitto, della Repubblica Araba d’Egitto: il governo e.; le risorse economiche e.; gli E., gli abitanti dell’Egitto. In partic., l’egiziano s. m., la lingua dell’antico Egitto, sviluppatasi, nelle sue varie forme e modificazioni, dal 3° millennio a. C. al sec. 13° (quando l’arabo, penetrato nel paese con la conquista del sec. 7°, divenne l’unica lingua parlata), scritta originariamente in geroglifici o in ieratico, poi in demotico (termine che indica non solo una forma di scrittura ma anche un aspetto linguistico dell’egiziano), finché, in epoca cristiana, ebbe come ultimo sviluppo il copto, lingua essenzialmente liturgica, che adoperava l’alfabeto greco; caratteristico dell’egiziano è il fenomeno del triconsonantismo: gran parte delle radici consta cioè di tre consonanti che, a seconda del valore semantico, morfologico, sintattico della parola assumono una diversa colorazione vocalica, non espressa graficamente (tranne che nel copto). Asino e., razza di asino a mantello bianco di piccola statura, usato comunemente in Egitto come cavalcatura. 2. In tipografia, carattere del tipo grassetto, adoperato soprattutto per titoli e sottotitoli, caratterizzato dai trattini orizzontali rettangolari e ben marcati con cui terminano le aste.