eliminazione mirata
loc. s.le f. Soppressione programmata di un avversario preventivamente identificato. ◆ è certo che le vittime degli shaid, le vittime delle «eliminazioni mirate» di [Ariel] Sharon, le ha uccise l’odio. E l’odio, in Palestina, in Gerusalemme la santa, ha sempre due facce: una palestinese, una israeliana. Una ebrea, una araba. Paradossalmente, è proprio a Gerusalemme che l’odio trova, da secoli e secoli, rifugio e campo d’azione. (Igor Man, Stampa, 14 agosto 2001, p. 6) • [tit.] Missili su Gaza, sesta «eliminazione mirata» [testo] […] Le «eliminazioni mirate» di Israele sono state criticate dal responsabile della politica estera dell’Ue, Javier Solana, in visita a Gerusalemme (l’incontro previsto per ieri sera con Sharon è saltato «per una malattia del premier israeliano»). «La posizione dell’Unione Europea - ha detto la portavoce di Solana - è che questo tipo di azioni non favoriscono un clima di sicurezza e fiducia e dovrebbero quindi essere evitate». (Corriere della sera, 2 settembre 2003, p. 5, In primo piano) • Se Hamastan significasse l’interruzione della tregua unilaterale (hudna) nei confronti di quella che gli islamisti continuano a definire «l’entità sionista»; se riprendessero gli attacchi suicidi, anche giustificati come forma di rappresaglia nei confronti delle cosiddette «eliminazioni mirate» di Tsahal, il ministato islamico palestinese in riva al Mediterraneo sarebbe messo a ferro e fuoco dal potente vicino. (Renzo Guolo, Repubblica, 19 giugno 2007, p. 38).
Composto dal s. f. eliminazione e dal p. pass. e agg. mirato, ricalcando l’espressione ingl. selective elimination.
V. anche assassinio mirato, esecuzione mirata, omicidio mirato, omicidio selettivo, uccisione mirata.