emancipazionista
agg. Dell’emancipazione, che promuove l’emancipazione. ◆ mentre negli scritti delle italiane la rivendicazione dell’unità nazionale mette in secondo piano le rivendicazioni di tipo emancipazionista, in Francia queste ultime acquistano uno straordinario rilievo all’interno del movimento generale, nel momento in cui le donne chiedono di essere riconosciute come cittadine a pieno titolo investendo prepotentemente i luoghi pubblici, con proprie manifestazioni, propri giornali e propri club. (Miriam Mafai, Repubblica, 24 giugno 1998, p. 36, Cultura) • In Occidente le donne si sono battute unite per la loro emancipazione: come è possibile una lotta femminile efficace in un mondo così frammentato? «C’è stato un importante movimento emancipazionista delle donne musulmane, nella prima metà del XX secolo, in Egitto, Turchia, Libano e anche altrove. Questo significa che non è impossibile. Ci sono ormai almeno tre generazioni di donne musulmane professioniste, ma dove sta l’ultima? Spesso nelle università straniere» [Assia Djebar intervistata da Elisabetta Rasy]. (Corriere della sera, 29 maggio 2000, p. 29, Cultura) • [Caterina Botti, nel libro «Madri cattive», 2007] cita Simone de Beauvoir e il suo lascito femminista senza lasciarsi del tutto convincere dalla tesi secondo cui le donne, per proseguire nel loro cammino «emancipazionista», avrebbero dovuto abbandonare l’idea di diventare madri. (Anna Simone, Liberazione, 19 dicembre 2007, p. 3, Cultura).
Derivato dal s. f. emancipazione con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nella Repubblica del 22 marzo 1987, p. 21, Cronaca (Antonio Cianciullo).