emendare
v. tr. [dal lat. emendare, der. di mendum «menda, difetto», col pref. e-1] (io emèndo, ecc.). – 1. a. Toglier via le mende, le imperfezioni, i difetti: e. lo stile; e. il proprio carattere. Di legge e sim., apportarvi delle modificazioni, nel corso della discussione parlamentare. Nella sistematica zoologica e botanica, ampliare o restringere e meglio definire l’àmbito di una specie o di altro gruppo istituito da un ricercatore precedente. b. In senso morale, correggere: e. gli uomini; e. qualcuno da un vizio, o i vizî di qualcuno; rifl., riferito a persona: devi emendarti da questo brutto difetto; ha promesso di emendarsi. c. In filologia, e. un testo, correggerlo congetturalmente dove la tradizione manoscritta non dia lezione accettabile. 2. In agraria, e. un terreno, correggerlo apportandovi gli elementi (argilloso, calcareo, siliceo, ecc.) di cui è privo o troppo povero. ◆ Part. pass. emendato, anche come agg.; in partic., nel sign. 1 c, testo emendato, edizione emendata, testo che, con la collazione dei codici o delle edizioni originali, o attraverso congetture di filologi, è stato purgato dagli errori commessi dai copisti.