Englog
s. m. inv. L’inglese modificato e semplificato dal contatto con la lingua tagalog, molto diffusa nella Repubblica delle Filippine. ◆ Chi apprende a parlare in inglese non assorbe passivamente la lingua, ma la trasforma. Nuove forme di inglese stanno dunque spuntando come funghi in tutto il mondo: si va dall’«Englog», l’inglese che si parla nelle Filippine, al «Japlish» giapponese, all’«Hinglish», un mix di hindi e inglese che spunta un po’ ovunque, dalle pubblicità dei fast food ai campus universitari dell’Asia meridionale. La globalizzazione senza precedenti dell’inglese sarà un’autentica rivoluzione. (Carla Power, trad. di Anna Bissanti, Repubblica, 28 febbraio 2005, p. 29, Cronaca) • Docente all’università del Galles, [David] Crystal indaga sulle conseguenze in ambito linguistico prodotte dalla globalizzazione. Che si stanno manifestando anche sull’inglese, utilizzato da circa un miliardo e mezzo di persone nel mondo e trasformato in misura significativa da chi se ne serve. Nella sola Asia, del resto, il numero delle persone che lo parla ha raggiunto la somma degli abitanti dell’America, del Regno Unito e del Canada, in Cina lo studiano più bambini del totale dei sudditi di Elisabetta. Ecco, allora, spiegata la genesi dell’«Englog», l’inglese delle Filippine o del «Japlish» giapponese, forme ibride in parte incomprensibili a Londra e a New York. (Roberto Bertinetti, Messaggero, 11 novembre 2005, p. 29, Cultura & Spettacoli).
Dall’ingl. Englog, a sua volta composto dai s. Eng(lish) e (Taga)log.