epatite
s. f. [dal fr. hépatite, der. di hépato- «epato-»]. – Genericam., processo infiammatorio a carico del fegato: e. croniche (come l’e. dei bevitori, l’e. dispeptica, l’e. grassa dei tubercolosi e dei diabetici); e. sierosa, forma acuta rapidamente reversibile; e. suppurativa, causata da germi piogeni, con formazione di uno o più focolai ascessuali. Col nome di e. virale si indica una malattia acuta del fegato, che può avere carattere epidemico o endemico-sporadico, e che è tipicamente itterica (anche se non in tutti i pazienti), causata da alcuni tipi distinti di virus specifici, i quali possono penetrare nell’organismo per via orale o parenterale, e con le cui denominazioni si distinguono le diverse forme di epatite: e. virale di tipo A o e. epidemica, che si contagia per via «orofecale»; e. di tipo B, che si contrae attraverso trasfusioni, o per via sessuale o trasplacentare; epatite C (un tempo chiamata e. non-A non-B), che si trasmette per via prevalentemente parenterale, ma anche per via sessuale; e. D, il cui virus si replica solo in presenza del virus B; e. E, tipica delle zone tropicali, che si contagia per via oro-fecale; e. F ed e. G, che si trasmettono rispettivamente per via ematica e per via ematica e sessuale.