erasmiano
(ant. eràsmico) agg. – Di Erasmo da Rotterdam (1466 o 1469-1536), celebre umanista olandese che diffuse in Europa gli ideali dell’umanesimo italiano e propugnò una graduale riforma della Chiesa, mediante un ritorno al primitivo spirito del Vangelo: l’umanità e., gli ideali erasmiani. In partic., pronuncia e., forma particolare di pronuncia del greco classico, che prende nome da Erasmo da Rotterdam, il quale sosteneva che i dittonghi grafici dovevano anticamente valere come effettivi dittonghi e che η valeva e (etacismo) e non i (itacismo) come invece sosteneva G. Reuchlin, filologo contemporaneo, fautore della pronuncia bizantina sostanzialmente già uguale a quella moderna; la pronuncia erasmiana, che è seguita oggi con qualche lieve variante nelle scuole italiane, sebbene in alcuni particolari si avvicini al vero, è da considerare tuttavia assolutamente convenzionale, dato che nel suo insieme, come ha mostrato la moderna filologia, non si riferisce ad alcun periodo della grecità antica.