eredita
eredità s. f. [dal lat. heredĭtas -atis]. – 1. a. Successione a titolo universale nel patrimonio e in genere nei rapporti attivi e passivi di un defunto: la chiamata all’e.; accettare l’e., rinunziare all’eredità. In senso oggettivo, l’universalità o la quota dei beni nel possesso dei quali si succede: ricca, grossa, cospicua, esigua, magra, meschina e.; e. paterna, materna; ha lasciato in e. ai figli un ricchissimo patrimonio; entrare in possesso dell’eredità. In diritto, e. giacente, quella che l’erede non ha ancora accettato e di cui non è in possesso; e. vacante, quella di cui non vi sono eredi testamentarî o legittimi (o sono tutti rinunciatarî). b. In araldica, armi di e., armi inquadrate in altra arme per diritto di eredità. c. fig. Trasmissione di valori morali, di beni non materiali, ai proprî discendenti o anche a discepoli o in genere a quanti ne possono essere i depositarî e continuatori; i beni stessi o valori trasmessi: lasciare un’e. di gloria, di dottrina; ha lasciato in e. ai figli un grande nome, una fama intemerata; lasciare, trasmettere un’e. d’affetti (originariam. espressione del Foscolo, Sepolcri, v. 41: Sol chi non lascia e. d’affetti Poca gioia ha dell’urna). Anche con riferimento a periodi storici, a movimenti di cultura, a correnti di pensiero: l’e. del Rinascimento, dell’Illuminismo, del Risorgimento. Più genericam., ogni patrimonio ideale che si riceve dai proprî predecessori, o insieme di compiti, di attività che i successori sono tenuti a svolgere per continuarne l’opera, o, talora, per riparare e correggerne gli errori: raccogliere una pesante e.; la triste e. lasciata dal passato regime. 2. In biologia, l’insieme dei geni o fattori ereditarî trasmessi (più comunem. indicati con l’espressione patrimonio ereditario); e. legata al sesso, trasmissione ereditaria di alcuni caratteri, che non si distribuiscono indifferentemente tra i figli maschi e femmine, in quanto i geni relativi a tali caratteri sono localizzati nella coppia dei cromosomi sessuali o eterocromosomi.